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Noi che...

Notizia del 23/05/2014

Scritto da Gioi

Quella volta che finalmente mia mamma mi ha permesso di aprire la "musigna" c'erano dentro giusti giusti i soldi per comprarmi la bicicletta: 27 mila lire.

E così il mio primo acquisto fatto con i miei risparmi è arrivato a casa: verde e bianca, non la solita bici con i freni a bastone, una moderna, bellissima, nuova fiammante. L'avrei portata tutte le sere in camera come aveva fatto mio fratello col suo "Ciao" verde pisello... ma troppe scale :(

Non è durata tanto, perchè una domenica il trenino (mia sorella) mi ha chiesto la bici per andare in centro.

Poi ha chiamato mia mamma dicendole che la bici non c'era più.

E mia mamma le ha detto: - non so se è bene che torni a casa...-

Ed ero a piedi un'altra volta.

Poi ho comprato la macchina per cucire: ho fatto un corso per sarta (:O) ero alta, troppo magra ( mica come adesso..) e al tempo i pantaloni non si trovavano così lunghi, sembrava che il mondo fosse abitato da gnomi.

Mia mamma mi allungava i jeans ( una volta anche con una tovaglia a quadretti bianchi e rossi, ed erano bellissssssimi!!!) così ho deciso che mi sarei fatta i pantaloni lunghi fin sotto la caviglia da sola. E così è stato. (n.b. ora non so quasi più come si fa ad inserire il filo in tutti quegli intrecci di rocche e rocchetti)

Poi è arrivata l'età della macchina: la mia R5 blu, la macchina più bella del mondo. Presa a rate. Una soddisfazione incredibile.

Credevo di essere la sola al mondo ad essere riuscita nell'impresa, ero così fiera, ma così fiera...La prestavo al trenino con una certa titubanza, con lei, non si sapeva mai come sarebbe andata a finire :D

Ogni acquisto era sognato, pensato, sudato, vissuto, ma non c'era soddisfazione più grande del riuscire a fare da soli.

Non avevamo tante cose materialli come ora, l'amicizia era una cosa seria, la famiglia era il fulcro della tua vita, la semplicità il nostro credo, ma non ho ricordi di privazioni o grandi rinuncie che mi avessero rovinato il tempo.

Ci si accontentava oppure non eravamo abituati ad altro. Ma era tanto, tanto bello.

Ho un vivido ricordo di noi ragazzi, e dove abitavo io in Pasquer, di ragazzi, al tempo, ce n'erano davvero tanti, seduti in fasce di età sui muretti delle case. Lì tutta la sera a raccontarci chissà che...e quando quelli più grandi decidevano di unirsi a noi per fare un gioco o cucinare castagne,ci sentivamo più importanti di tutti.

Abbiamo giocato a nascondino giù nel boschetto dei pez in crescita.

O a campanon disegnato sui marciapiedi, con i pezzetti di mattoni che trovavi in strada.

Poi i tornei di pallavolo, il coro, Val Canali, le gare di atletica, il mio salto in lungo...

Quanti ricordi, quanta felicità!

Noi che avevamo poco, ma eravamo felici lo stesso!

Noi che avevamo poco, ma eravamo felici lo stesso!

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Commenti

1 - (20/06/2014 14:46) Francesco scrive :

Bellissimo "noi che", è un risveglio dei sensi, era davvero così!

2 - (21/06/2014 11:04) lagioi scrive :

Grazie Francesco!!

Mia mamma diceva che quando inizi a raccontare il passato...è perchè le "Primavere" iniziano a sommarsi:D

Bacino

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